Questo è un aspetto che non necessariamente dovrete coltivare, ma che sinceramente io consiglio...potete anche andare dal liutaio per qualsiasi problema, ma imparare a fare piccole cose può farci risparmiare tanto tanto tempo...
Cambio corde
CLASSICA:
Una banalità dopo le terza volta che lo farete, ma per le prime tre può essere complesso.
Andando per gradi vediamo come montare le corde su tutti i tipi di chitarre.
Andando per gradi vediamo come montare le corde su tutti i tipi di chitarre.
Prima cosa montate le corde sul ponte e fate un piccolo nodo (come da foto 2). Cercate di tirare per vedere se il nodo tiene, dopo di che passate alla paletta. In questa parte fate attenzione perché le corde in nylon sono molto elastiche, quindi non immaginate di dover tuilizzare necessariamente tutta la corda, altrimenti rischiate di avere dieci giri di corda attorno alle meccaniche!
Qualora la corda dovfesse sfilarsi, nel senso di scivolare via dalla meccaniche, fate un piccolo nodo dopo ovviamente aver fatto passare la corda nel buchetto della meccanica. Fate attenzione che le corde escano da sopra e non da sotto e che abbiate messo ogni corda nella giusta meccanica!! Ora tirate fino ad accordare e rifatelo finché le corde non si assesteranno.
Qualora la corda dovfesse sfilarsi, nel senso di scivolare via dalla meccaniche, fate un piccolo nodo dopo ovviamente aver fatto passare la corda nel buchetto della meccanica. Fate attenzione che le corde escano da sopra e non da sotto e che abbiate messo ogni corda nella giusta meccanica!! Ora tirate fino ad accordare e rifatelo finché le corde non si assesteranno.
ACUSTICA:
Sfilate i piccoli pioli sul ponte (quelli in foto bianchi col puntino sopra nero) e inserite all'interno la corda dalla parte in cui la corda ha quel piccolo anellino, rimettete i pioli e tirate un pochino le corde per metterle un minimo in trazione. Infilate la corda nella meccanica facendo attenzione che escano tutte verso l'interno (come da foto). Anche qui non dovete per forza usare tutta la corda, bensì dovete immaginare di fargli fare tre giri attorno alla meccanica e quello che vi avanza tagliarlo. Evitate di far fare dieci giri attorno alla meccanica calcolando prima la lunghezza necessaria della corda.
ELETTRICA:
Per quanto riguarda i modelli Gibson, il ragionamento è molto simile all'acustica. Per chitarre con ponte Floyd Rose, vi sconsiglio se siete alle prime armi di fare da soli, rischiate di perdere tanto tempo per poi non concludere nulla. Andate da un liutaio o da un aico che lo sa fare e rubate con gli occhi.
Per i modelli Fender, sia nelle Stratocaster che nelle Telecaster avremo un ponte con corde passanti, il che significa che dovremmo inserirle dalla parte posteriore del Body. Una volta fatte "riemergere" nella parte anteriore tiratele verso la paletta e inseritele nelle meccaniche in modo che la corda esca dalla parte bassa della stessa (vedi foto). Anche qui non fate fare dieci giri di corda attorno alla meccanica.
Per la regolazione del ponte vedi più avanti in "Regolazione Action".
Per la regolazione del ponte vedi più avanti in "Regolazione Action".
Saldature a stagno
E' molto utile saper fare qualche saldatura a stagno, in quanto dovrete evitare di andare da un liutaio per una cosa che potete fare da soli in cinque minuti. Parlando di un argomento molto pratico, posso solo consigliarvi di farvelo insegnare da un amico, parente e chiunque sappia farlo. Non è difficile ma è importante vederlo fare.
Una volta imparato potrete riparare i cavi non funzionanti e semplicemente rinfrescagli le saldature, potrete aggiustare una presa jack difettosa e poi magari provare a cambiarvi i pick up della chitarra e provare a spingervi fin dove vi interessa arrivare. L'importante credo sia non sprecare tempo in mezzo al traffico per raggiungere (e poi pagare) un liutaio per fare un lavoro banale che potete fare da soli.
Una volta imparato potrete riparare i cavi non funzionanti e semplicemente rinfrescagli le saldature, potrete aggiustare una presa jack difettosa e poi magari provare a cambiarvi i pick up della chitarra e provare a spingervi fin dove vi interessa arrivare. L'importante credo sia non sprecare tempo in mezzo al traffico per raggiungere (e poi pagare) un liutaio per fare un lavoro banale che potete fare da soli.
Regolazione Manico e Action
E' un aspetto molto interessante anche perché parliamo dell'altezza delle corde rispetto al manico, si tratta quindi di qualcosa legato al gusto personale.
Si parla della regolazione di un modello Strato, ma il discorso è molto simile (anzi direi più semplice) per modelli Gibson o acustiche e la tecnica è pressoché identica, solamente non avrete il problema del ponte flottante.
Si parla della regolazione di un modello Strato, ma il discorso è molto simile (anzi direi più semplice) per modelli Gibson o acustiche e la tecnica è pressoché identica, solamente non avrete il problema del ponte flottante.
attrezzi
- chiave a brugola (truss-rod alla paletta: 1/8" se USA; 3/16" se Mexico)
- cacciavite a croce, medio (truss-rod al body)
il truss-rod (non truss-road!) è l'elemento fondamentale per un buon setup. pochi sanno cos'è e a cosa serve, vediamolo insieme:
il truss-rod (truss = trave; rod = barra) è una barra di acciaio che corre assialmente all'interno del manico per quasi tutta la sua lunghezza, lo rinforza e soprattutto ne regola la curvatura. la curvatura del manico è assolutamente fondamentale per ottenere un buon setup. è importante che il manico sia perfettamente dritto per una ottima action (anche se in alcuni casi è necessaria una lievissima curvatura).
il truss-rod va regolato quando il manico, causa umidità e temperatura critiche, raggiunge una curvatura eccessiva, che sia essa in avanti (up-bow) o indietro (back-bow).
- chiave a brugola (truss-rod alla paletta: 1/8" se USA; 3/16" se Mexico)
- cacciavite a croce, medio (truss-rod al body)
il truss-rod (non truss-road!) è l'elemento fondamentale per un buon setup. pochi sanno cos'è e a cosa serve, vediamolo insieme:
il truss-rod (truss = trave; rod = barra) è una barra di acciaio che corre assialmente all'interno del manico per quasi tutta la sua lunghezza, lo rinforza e soprattutto ne regola la curvatura. la curvatura del manico è assolutamente fondamentale per ottenere un buon setup. è importante che il manico sia perfettamente dritto per una ottima action (anche se in alcuni casi è necessaria una lievissima curvatura).
il truss-rod va regolato quando il manico, causa umidità e temperatura critiche, raggiunge una curvatura eccessiva, che sia essa in avanti (up-bow) o indietro (back-bow).
a seconda del tipo di curvatura che il nostro manico presenta, il truss-rod agisce su di essa tirando o rilasciando il manico. esso va regolato tramite un bullone che troviamo sulla paletta, spesso coperto da un coperchietto, in gergo: nut. può anche essere un semplice foro scoperto, o una rotellina all'inizio del manico, dipende dal modello. vediamo come stabilire se il manico è dritto o curvo:premiamo il Mi Basso sia sul primo tasto (Fa) sia dopo l'ultimo tasto (22esimo o 24esimo). dobbiamo creare un riferimento perfettamente dritto tra i due punti estremi della tastiera, escludendo il capotasto.
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Fatto ciò, aguzziamo la vista e guardiamo quanto spazio intercorre tra la corda (meglio: il "sotto" della corda) e la sommità dei tasti di metallo (o capotasti) nella zona centrale della tastiera, diciamo circa all'altezza del 10mo tasto. se tra corda e tasto di metallo corre meno di 1mm (circa lo spessore di una carta di credito) allora il nostro manico è perfetto e possiamo saltare direttamente al paragrafo "action"; se invece tra corda e tasto corre 1mm o più, il nostro manico è un po' troppo curvo verso l'alto (up-bow). oppure, se la corda dovesse fare contatto su tutti i tasti, dal primo all'ultimo, allora il nostro manico è troppo curvato verso il basso (back-bow).
Su chitarre Fender Vintage o Reissue, a seconda del modello, il truss-rod si regola o dalla paletta o dal body:
nel primo caso basta munirsi di chiave a brugola (1/8" se USA; 3/16" se Mexico). nel secondo malaugurato caso dobbiamo accedere alla vite di regolazione che sfortunatamente si trova sul fronte del manico, sotto la mascherina proprio a ridosso del pickup al manico. e per accederci dobbiamo scordare le corde, svitare le 4 viti di fissaggio del manico dietro l'attacco, staccare il manico dal corpo, regolare la vite con un cacciavite a croce o piatto, ri-infilare il manico in sede, avvitare e riaccordare. a volte però può bastare semplicemente svitare le 4 viti non completamente, cioè farle fuoriuscire di circa 1cm, piegare il manico quel tanto che basta per esporre la vite del truss-rod, mantenendo comunque il manico in sede, e operare le regolazioni. non sembra ma è più veloce.
In caso di up-bow prendiamo un cacciavite (in caso di truss-rod al body) o una chiave a brugola della misura giusta (1/8" se USA; 3/16" se Mexico), infiliamola nel foro del truss-rod e diamo un sesto di giro in senso orario. nel caso di back-bow invece diamo un sesto di giro in senso anti-orario. ovviamente il sesto di giro non deve essere preso col goniometro, si va ad occhio. mi si chiede spesso qual èè il senso orario o anti-orario (ebbene sì), e allora ecco uno schema che penso sia piuttosto chiaro:
Su chitarre Fender Vintage o Reissue, a seconda del modello, il truss-rod si regola o dalla paletta o dal body:
nel primo caso basta munirsi di chiave a brugola (1/8" se USA; 3/16" se Mexico). nel secondo malaugurato caso dobbiamo accedere alla vite di regolazione che sfortunatamente si trova sul fronte del manico, sotto la mascherina proprio a ridosso del pickup al manico. e per accederci dobbiamo scordare le corde, svitare le 4 viti di fissaggio del manico dietro l'attacco, staccare il manico dal corpo, regolare la vite con un cacciavite a croce o piatto, ri-infilare il manico in sede, avvitare e riaccordare. a volte però può bastare semplicemente svitare le 4 viti non completamente, cioè farle fuoriuscire di circa 1cm, piegare il manico quel tanto che basta per esporre la vite del truss-rod, mantenendo comunque il manico in sede, e operare le regolazioni. non sembra ma è più veloce.
In caso di up-bow prendiamo un cacciavite (in caso di truss-rod al body) o una chiave a brugola della misura giusta (1/8" se USA; 3/16" se Mexico), infiliamola nel foro del truss-rod e diamo un sesto di giro in senso orario. nel caso di back-bow invece diamo un sesto di giro in senso anti-orario. ovviamente il sesto di giro non deve essere preso col goniometro, si va ad occhio. mi si chiede spesso qual èè il senso orario o anti-orario (ebbene sì), e allora ecco uno schema che penso sia piuttosto chiaro:
Dopo aver lasciato il manico assestarsi qualche secondo, controlliamo di nuovo la curvatura: se il sesto di giro non è bastato, diamone un altro sesto, o un dodicesimo (equivale ai 5 minuti nel quadrante dell'orologio). dopo di chè lasciamolo ri-assestarsi per qualche minuto. una volta raggiunta la curvatura perfetta del manico, passiamo alla regolazione dell'assetto del ponte.
ASSETTO PONTE
il ponte Fender tremolo lo si può settare in due modi: flat o fluttuante. l'assetto flat (piatto, appoggiato) è il più semplice, veloce e meno problematico dei due, e permette di alterare la nota solo verso il basso. l'assetto fluttuante è meno immediato (pur comunque rimanendo piuttosto facile da ottenere) ma permette di alterare la nota anche verso l'alto, pur se di poco:
Per regolare l'assetto su ponte Fender Vintage, si agisce sulle due viti che ancorano la piastra delle molle nel retro del body. Basta smontare la placca di plastica dietro al body e le troverete.
assetto flat
l'assetto flat consiste nel far sì che la piastra del ponte rimanga sempre ben premuta contro il top della chitarra. ciò permette di eseguire i doppi-bending senza causare la scordatura delle corde non "bendate" (tirate con bending), e aiuta la chitarra a mantenere l'accordatura in seguito a rottura di corde. inoltre aiuta la vibrazione delle corde a scaricarsi maggiormente sul corpo della chitarra, aumentando volume e sustain, anche se in modo piuttosto leggero. tuttavia, per quanto paradossale possa sembrare, rende più difficile mantenere l'accordatura dopo l'uso della leva, in quanto le corde, soprattutto il Mi basso, non hanno modo di assestarsi al ritorno a zero. esse infatti, toccando il corpo al rientro dal divebomb, trovano una sorta di ostacolo durante il "percorso" verso il punto zero, e spesso rimangono alterate verso l'alto nel pitch di diversi decimi di tono. pare assurdo? provate.
1
una volta montate e accordate le corde, diamo un'occhiata al ponte, in particolare alla piastra-base: se non è ben premuta contro il top della chitarra, prendiamo un cacciavite a croce medio, e diamo uno o più giri in senso orario alle due viti che ancorano la piastra delle molle al corpo, nel vano-molle. avvitiamo fin quando la piastra-base viene a contatto col top della chitarra. le 6 viti che fissano la piastra-base al top vanno regolate quasi a contatto con essa. il "quasi" lo si determina facilmente: prendiamo per esempio la vite sotto la corda del Mi basso, avvitiamola fin quando vediamo la coda della piastra-base sollevarsi dal top, basta proprio un accenno di movimento per capire che la testa della vite ha toccato la piastra-base. a questo punto torniamo indietro, cioè svitiamo lentamente fin quando la piastra-base torna appoggiata al top, e a quel punto diamo un altro giro in senso antiorario, per assicurarci che la testa della vite sia staccata dalla piastra-base. più facile a farsi che a dirsi. ripetiamo per le restanti viti. è buona usanza tenere comunque le 4 viti centrali ulteriormente sollevate sulla piastra-base, più delle due viti esterne, anche un buon paio di millimetri. ciò limita l'attrito tra piastra-base e viti e simula la geometria a due perni tipo Floyd Rose.
2
ri-accordiamo e proviamo: ora abbiamo la possibilità di rendere il bending più morbido o più rigido: più morbido svitando ulteriormente le due viti di ancoraggio della piastra-molle, quel tanto che basta per mantenere la piasta del ponte appena appoggiata sul top della chitarra. più rigido avvitandole. si parla di variazioni minime, ma una buona mano lo noterà.
assetto fluttuante
l'assetto fluttuante, o sospeso, consiste nel settare il ponte con la coda rialzata dal top della chitarra. ciò permette di eseguire leggeri vibrati non solo in basso ma anche in alto col pitch, in stile Jeff Beck o David Gilmour, per intenderci. inoltre, il ponte sospeso rende più morbida l'azione della leva, in quanto il ponte si trova già in fase di elevazione rispetto al corpo, come fosse già a metà strada. durante i doppi-bending, però, rende impossibile mantenere inalterata l'accordatura delle corde non tirate. è nella natura del ponte sospeso: tiro una corda, la coda si alza perché le molle non oppongono sufficiente resistenza per tenerla premuta sul corpo. alzandosi la coda, le corde si scordano in basso, esattamente come quando abbasso la leva. rien à faire. tuttavia, un grande vantaggio del ponte sospeso, per quanto assurdo possa sembrare, è che permette di mantenere l'accordatura anche dopo l'uso della leva, molto più di quanto faccia un ponte appoggiato. ciò è dovuto al fatto che le corde, dopo l'uso della leva, al rientro al punto zero, hanno modo di assestarsi in avanti e indietro rispetto ad esso, prima di fermarsi. un po' come una corda pizzicata, che vibra in alto e in basso, per poi riassestarsi naturalmente al punto di partenza.
1
una volta montate e accordate le corde, diamo un'occhiata al ponte, in particolare alla piastra: se è ben premuta contro il top della chitarra, prendiamo un cacciavite a croce medio-grande, e diamo uno o più giri in senso anti-orario alle due viti che ancorano la piastra delle molle al corpo, nel vano-molle. svitiamo fin quando la coda della piastra-base del ponte si stacca letteralmente dal corpo della chitarra. attenzione: non facciamola staccare più di 1mm, anzi, se è meno è meglio, perché poi dovremo riaccordare, e riaccordando tireremo le corde, le quali alzeranno ulteriormente la coda.
2
ora che la coda si è alzata, le corde si saranno scordate, quindi ri-accordiamo. noteremo che la coda del ponte si alzerà ulteriormente, perché appunto stiamo tirando le corde, le quali a loro volta tirano la coda del ponte. l'assetto ottimale esige che la distanza tra coda del ponte e corpo non superi i 2mm circa. se nel nostro caso la distanza è superiore ai 2mm, diamo mezzo giro in senso orario alle viti di ancoraggio della piastra-molle, e ri-accordiamo. controlliamo, se il mezzo giro non è bastato, ripetiamo l'operazione fin quando si raggiunge l'assetto giusto. è indispensabile avere molta pazienza, è solo questione di tempo.
ricapitolando:
assetto flat
pro: facilità di regolazione, doppi-bending accordati, minore manutenzione richiesta, forse tono e sustain leggermente aumentati.
contro: impossibilità di alzare la leva, leva leggermente più dura in fase iniziale, mantenimento dell'accordatura molto problematico dopo l'uso della leva, soprattutto sul Mi basso.
assetto fluttuante
pro: possibilità di azionare la leva in entrambi i sensi, leva leggermente più morbida in fase iniziale, mantenimento dell'accordatura dopo l'uso della leva.
contro: maggiore manutenzione richiesta in fase di cambio-corde, forse tono e sustain meno presenti.
ACTION:
l'action è l'altezza delle corde rispetto alla tastiera, più precisamente, la distanza che intercorre tra il "sotto" della corda e la sommità dei tasti di metallo (o capotasti), generalmente misurata al 12° tasto.
è importantissimo sapere regolare l'action, perché una action troppo alta può farci odiare lo strumento a prescindere da tutto il resto.
l'action è una cosa totalmente personale, c'è chi la preferisce alta, chi bassa, non c'è una soluzione migliore dell'altra. ovviamente ognuna ha i suoi pro e i suoi contro, vediamone alcuni:
action alta
pro: tono più grosso, sustain più lungo, maggiore attacco e dinamica
contro: corde dure, bending e intonazione imprecisi
action bassa
pro: corde tenere, bending e intonazione precisi
contro: tono più sottile, sustain più corto, minore attacco e dinamica
come vediamo, le due scelte hanno pro e contro perfettamente simmetrici. teniamo a mente che misureremo l'action al 12° tasto. per settare l'action su ponte Fender Vintage, si agisce sull'altezza delle singole sellette, avvitando o svitando i due perni all'imbocco della corda:
assetto flat
l'assetto flat consiste nel far sì che la piastra del ponte rimanga sempre ben premuta contro il top della chitarra. ciò permette di eseguire i doppi-bending senza causare la scordatura delle corde non "bendate" (tirate con bending), e aiuta la chitarra a mantenere l'accordatura in seguito a rottura di corde. inoltre aiuta la vibrazione delle corde a scaricarsi maggiormente sul corpo della chitarra, aumentando volume e sustain, anche se in modo piuttosto leggero. tuttavia, per quanto paradossale possa sembrare, rende più difficile mantenere l'accordatura dopo l'uso della leva, in quanto le corde, soprattutto il Mi basso, non hanno modo di assestarsi al ritorno a zero. esse infatti, toccando il corpo al rientro dal divebomb, trovano una sorta di ostacolo durante il "percorso" verso il punto zero, e spesso rimangono alterate verso l'alto nel pitch di diversi decimi di tono. pare assurdo? provate.
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una volta montate e accordate le corde, diamo un'occhiata al ponte, in particolare alla piastra-base: se non è ben premuta contro il top della chitarra, prendiamo un cacciavite a croce medio, e diamo uno o più giri in senso orario alle due viti che ancorano la piastra delle molle al corpo, nel vano-molle. avvitiamo fin quando la piastra-base viene a contatto col top della chitarra. le 6 viti che fissano la piastra-base al top vanno regolate quasi a contatto con essa. il "quasi" lo si determina facilmente: prendiamo per esempio la vite sotto la corda del Mi basso, avvitiamola fin quando vediamo la coda della piastra-base sollevarsi dal top, basta proprio un accenno di movimento per capire che la testa della vite ha toccato la piastra-base. a questo punto torniamo indietro, cioè svitiamo lentamente fin quando la piastra-base torna appoggiata al top, e a quel punto diamo un altro giro in senso antiorario, per assicurarci che la testa della vite sia staccata dalla piastra-base. più facile a farsi che a dirsi. ripetiamo per le restanti viti. è buona usanza tenere comunque le 4 viti centrali ulteriormente sollevate sulla piastra-base, più delle due viti esterne, anche un buon paio di millimetri. ciò limita l'attrito tra piastra-base e viti e simula la geometria a due perni tipo Floyd Rose.
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ri-accordiamo e proviamo: ora abbiamo la possibilità di rendere il bending più morbido o più rigido: più morbido svitando ulteriormente le due viti di ancoraggio della piastra-molle, quel tanto che basta per mantenere la piasta del ponte appena appoggiata sul top della chitarra. più rigido avvitandole. si parla di variazioni minime, ma una buona mano lo noterà.
assetto fluttuante
l'assetto fluttuante, o sospeso, consiste nel settare il ponte con la coda rialzata dal top della chitarra. ciò permette di eseguire leggeri vibrati non solo in basso ma anche in alto col pitch, in stile Jeff Beck o David Gilmour, per intenderci. inoltre, il ponte sospeso rende più morbida l'azione della leva, in quanto il ponte si trova già in fase di elevazione rispetto al corpo, come fosse già a metà strada. durante i doppi-bending, però, rende impossibile mantenere inalterata l'accordatura delle corde non tirate. è nella natura del ponte sospeso: tiro una corda, la coda si alza perché le molle non oppongono sufficiente resistenza per tenerla premuta sul corpo. alzandosi la coda, le corde si scordano in basso, esattamente come quando abbasso la leva. rien à faire. tuttavia, un grande vantaggio del ponte sospeso, per quanto assurdo possa sembrare, è che permette di mantenere l'accordatura anche dopo l'uso della leva, molto più di quanto faccia un ponte appoggiato. ciò è dovuto al fatto che le corde, dopo l'uso della leva, al rientro al punto zero, hanno modo di assestarsi in avanti e indietro rispetto ad esso, prima di fermarsi. un po' come una corda pizzicata, che vibra in alto e in basso, per poi riassestarsi naturalmente al punto di partenza.
1
una volta montate e accordate le corde, diamo un'occhiata al ponte, in particolare alla piastra: se è ben premuta contro il top della chitarra, prendiamo un cacciavite a croce medio-grande, e diamo uno o più giri in senso anti-orario alle due viti che ancorano la piastra delle molle al corpo, nel vano-molle. svitiamo fin quando la coda della piastra-base del ponte si stacca letteralmente dal corpo della chitarra. attenzione: non facciamola staccare più di 1mm, anzi, se è meno è meglio, perché poi dovremo riaccordare, e riaccordando tireremo le corde, le quali alzeranno ulteriormente la coda.
2
ora che la coda si è alzata, le corde si saranno scordate, quindi ri-accordiamo. noteremo che la coda del ponte si alzerà ulteriormente, perché appunto stiamo tirando le corde, le quali a loro volta tirano la coda del ponte. l'assetto ottimale esige che la distanza tra coda del ponte e corpo non superi i 2mm circa. se nel nostro caso la distanza è superiore ai 2mm, diamo mezzo giro in senso orario alle viti di ancoraggio della piastra-molle, e ri-accordiamo. controlliamo, se il mezzo giro non è bastato, ripetiamo l'operazione fin quando si raggiunge l'assetto giusto. è indispensabile avere molta pazienza, è solo questione di tempo.
ricapitolando:
assetto flat
pro: facilità di regolazione, doppi-bending accordati, minore manutenzione richiesta, forse tono e sustain leggermente aumentati.
contro: impossibilità di alzare la leva, leva leggermente più dura in fase iniziale, mantenimento dell'accordatura molto problematico dopo l'uso della leva, soprattutto sul Mi basso.
assetto fluttuante
pro: possibilità di azionare la leva in entrambi i sensi, leva leggermente più morbida in fase iniziale, mantenimento dell'accordatura dopo l'uso della leva.
contro: maggiore manutenzione richiesta in fase di cambio-corde, forse tono e sustain meno presenti.
ACTION:
l'action è l'altezza delle corde rispetto alla tastiera, più precisamente, la distanza che intercorre tra il "sotto" della corda e la sommità dei tasti di metallo (o capotasti), generalmente misurata al 12° tasto.
è importantissimo sapere regolare l'action, perché una action troppo alta può farci odiare lo strumento a prescindere da tutto il resto.
l'action è una cosa totalmente personale, c'è chi la preferisce alta, chi bassa, non c'è una soluzione migliore dell'altra. ovviamente ognuna ha i suoi pro e i suoi contro, vediamone alcuni:
action alta
pro: tono più grosso, sustain più lungo, maggiore attacco e dinamica
contro: corde dure, bending e intonazione imprecisi
action bassa
pro: corde tenere, bending e intonazione precisi
contro: tono più sottile, sustain più corto, minore attacco e dinamica
come vediamo, le due scelte hanno pro e contro perfettamente simmetrici. teniamo a mente che misureremo l'action al 12° tasto. per settare l'action su ponte Fender Vintage, si agisce sull'altezza delle singole sellette, avvitando o svitando i due perni all'imbocco della corda:
Posto che il manico sia dritto, ora proviamo la chitarra e stabiliamo se l'action è troppo alta o troppo bassa per noi. dobbiamo considerare che mediamente una action inferiore ai 2mm sul Mi Basso e inferiore a 1.5mm al Mi Cantino è pericolosa, nel senso che le corde rischiano di frustare contro i tasti.
partiamo dal Mi basso: se l'action è troppo alta, scordiamo un po' la corda, prendiamo una brugola da 1.5mm e diamo un buon mezzo giro in senso antiorario alle viti a brugola all'imbocco della corda in testa alla selletta. ri-accordiamo e riproviamo il Mi basso. se il mezzo giro non dovesse bastare, ripetiamo fino quando l'action ci soddisfa. mi raccomando: la corda non deve frustare, quindi non esageriamo. se l'action invece è troppo bassa, procediamo al contrario (mezzo giro in senso orario). coi termini "friggere" o "frustare" si intende il rumore metallico "zanzaroso" e nasale, tipo "zzziiinnng", che la corda provoca se nel vibrare tocca uno o più tasti. bastano veramente poche frazioni di millimetro per far friggere/frustare una corda. |
Una volta impostata l'action del Mi basso, ripetiamo la stessa cosa sul Mi cantino. premesso che ognuno deve settare la propria action personale, diciamo che un buon setup di base esige i cantini più bassi delle corde grosse. questo perché i cantini hanno molto meno bisogno di "aria" intorno a sè per vibrare senza sbattere sui tasti, e anche perché molto più comoda un'action bassa sulle corde che solitamente si usano per andare in solo. ma ripeto, ognuno deve trovare la propria action personale.
Cerchiamo anche di tenere ogni selletta orizzontale rispetto al top della chitarra, per garantire a ciascuna di esse un perfetto appoggio distribuito simmetricamente su entrambi i lati.
il mio consiglio, per chi cerca una action bassa, è quello di partire con la selletta molto bassa, con la corda che frusta sui tasti, e mano a mano alzarla di pochissimo fino quando la corda smette di frustare. diciamo che una buona action medio-bassa dovrebbe aggirarsi sui 2.5mm al Mi Basso, e 2.0mm al Mi Cantino, al 12° tasto. le misure sono da considerarsi puramente indicative, non seguiamole mai alla lettera. poi tutto dipende da che tipo di tasti abbiamo e da quanto (se e come) sono usurati, e da quanto pestiamo col plettro.
Ora, riproviamo la chitarra lungo tutto il manico e su tutte le corde, suoniamo note singole e lunghe col plettro con decisione, ma anche accordi in tutte le posizioni. se l'action ci soddisfa e le corde non friggono in nessun tasto, allora passiamo al settaggio dell'intonazione.
Cerchiamo anche di tenere ogni selletta orizzontale rispetto al top della chitarra, per garantire a ciascuna di esse un perfetto appoggio distribuito simmetricamente su entrambi i lati.
il mio consiglio, per chi cerca una action bassa, è quello di partire con la selletta molto bassa, con la corda che frusta sui tasti, e mano a mano alzarla di pochissimo fino quando la corda smette di frustare. diciamo che una buona action medio-bassa dovrebbe aggirarsi sui 2.5mm al Mi Basso, e 2.0mm al Mi Cantino, al 12° tasto. le misure sono da considerarsi puramente indicative, non seguiamole mai alla lettera. poi tutto dipende da che tipo di tasti abbiamo e da quanto (se e come) sono usurati, e da quanto pestiamo col plettro.
Ora, riproviamo la chitarra lungo tutto il manico e su tutte le corde, suoniamo note singole e lunghe col plettro con decisione, ma anche accordi in tutte le posizioni. se l'action ci soddisfa e le corde non friggono in nessun tasto, allora passiamo al settaggio dell'intonazione.